Complesso Turistico Aurora
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Comuni e località interessate: Borgo di Santo Stefano di Sessanio - borgo di Calascio e Castello di Rocca Calascio - borgo di Castel Del Monte - località Fonte Vetica - altopiano di Campo Imperatore - albergo Superiore di Campo Imperatore e Osservatorio Astronomico - Rifugio Ristoro MonteCristo - borgo di Assergi - borgo di Camarda - Paganica - Onna.

Distanza totale percorso circolare: circa 100 km

Note:
  • percorso chiuso nel periodo invernale da Castel Del Monte in poi e da MonteCristo in poi
  • Effettuare rifornimento prima della partenza in quanto non ci sono distributori lungo il percorso.
  • Per visitare alcuni luoghi (Castello di Rocca Calascio, Osservatorio astronomico, etc..) bisogna camminare a piedi.


Si parte dalla struttura e ci si immette nella S.S. 17 direzione Pescara, fino a giungere, dopo 5 km, al bivio per Barisciano – Santo Stefano di Sessanio
Entri al bivio e inizi a salire fino a giungere, dopo 10 km, al borgo di Santo Stefano di Sessanio "classificato tra i 10 borghi più belli d'Italia", ambiziosa meta turistica estiva. Bellissimo borgo da visitare a piedi tra vicoli, monumenti, la Torre Medicea, chiese e palazzi storici. Molto caratteristici sono i negozietti all’interno del borgo con vendita di souvenir e prodotti tipici locali.

Santo Stefano di Sessanio fa parte del Club dei Borghi più belli d'Italia ed è in effetti tra i più suggestivi del Parco, per l'armonia degli elementi architettonici: un cammeo incastonato tra i monti, prossimo all'altipiano di Campo Imperatore.

Il borgo fortificato ha una configurazione ellissoidale. Le abitazioni e i percorsi viari, stretti e angusti, sembrano essersi sviluppati seguendo cerchi concentrici, che hanno come punto di partenza la torre cilindrica. Troviamo, anche in questo borgo, le case mura con il profilo scarpato; per ragioni difensive e a causa della mancanza di spazio, le abitazioni sorgono su più piani (case torri) e, in alcuni casi, sopra percorsi coperti, analoghi agli "sporti" di Castel del Monte.

Specialità gastronomiche
La lenticchia di Santo Stefano di Sessanio è un presidio Slow Food la cui qualità è garantita da un'Associazione di Produttori. La lenticchia ha trovato un habitat ideale sulle terrazze montane che circondano il borgo.

Piccola, di colore scuro, dalla buccia rugosa e sottile, è ricca di ferro e talmente tenera da non necessitare di ammollo.

Può essere gustata in zuppe molto semplici, specie se accompagnate da crostini di pane ed un filo di olio extravergine di oliva. Viene spesso proposta con le patate, le volarelle (pasta fatta a mano) o le salsicce.

Nella cucina locale trovano ampio utilizzo le carni di agnello dell'altopiano di Campo Imperatore ,i formaggi (il paese fa parte dell'areale di prododuzione del celebre Canestrato di Castel del Monte, e lo zafferano, prodotto nel vicino altopiano di Navelli.

Da Santo Stefano di Sessanio, continua sulla strada principale per altri 3 km fino al borgo di Calascio a 1200 mt  dove regna il famoso castello di Rocca Calascio a quota 1500 mt s.l.m.




Calascio si trova a 1200 metri di quota; piccolissimo Comune di soli 127 abitanti. Il borgo appartiene al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
E' una piccola comunità montana dalle origini medievali, caratterizzata da un territorio composto da foreste, praterie e pascoli, fino ad arrivare alle altitudini più elevate, alle rocce del Gran Sasso .
Il centro abitato si affaccia invece su una valle chiusa dal fondo pianeggiante e offre una vista unica sui monti della Majella e del Sirente.

Rocca Calascio
Una delle più interessanti strutture divensivo-militari


Rocca Calascio, situata a un'altezza di circa 1500 m., è posta in un contesto paesaggistico di grande valore e rappresenta per la sua coerenza d'impianto e per l'accuratezza costruttiva, una delle più interessanti strutture divensivo-militari. Presenta una pianta quadrata con torrioni circolari agli angoli e un maschio centrale quadrato.

Nel basamento della torre centrale quadrata si apre l'ingresso che, come per altre torri di avvistamento isolate, risulta sopraelevato rispetto al piano di calpestio della corte interna.

Le torri cilindriche sono fortemente scarpate e presentano feritoie ad arciera con sottostante archibugiera circolare.

La rocca, posta all'estremità più alta, a dominio della valle del Tirino e della Piana di Navelli, ha sempre svolto un'importante funzione di sorveglianza del percorso fratturale aquilano.

Questo ruolo strategico viene potenziato intorno alla seconda metà del Quattrocento quando la fortificazione, dopo essere stata legata per lungo tempo alla Baronia di Carapelle, passa sotto il dominio dei Piccolomini, che conferiscono al presidio la sua forma attuale.

Al di sotto della rocca vera e propria, separate da un fossato, si individuano diverse abitazioni che costituivano l'antico borgo di Rocca Calascio. Ben conservata è anche la chiesa ottagonale della Madonna della Pietà, costruita nel 1451.

Nel borgo di Calascio si trovano diversi edifici sacri: la chiesa parrocchiale, il convento e la chiesa di S. Maria della Grazie, che conserva un dipinto di Cesare Giulio Bedeschini, la chiesa di S. Carlo, di S. Antonio Abate e di S. Leonardo.

Da Calascio, proseguendo per altri 5 km, si arriva a Castel del Monte, ultimo borgo del Parco del Gran Sasso a 1.346 mt s.l.m. È considerato un'importante meta turistica e fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia.

Tra i Borghi più belli d'Italia: la "capitale dei pastori"


Borgo fortificato incastonato tra le montagne.

Il Paese ha la forma di una stella: Guardando Castel del Monte da lontano si ha l'impressione, specie di notte, che il paese abbia la forma di una stella: ciò è dovuto all'impianto urbanistico del paese che segue le curve di livello del terreno e sfrutta le cinque alture che lo circondano. Lo stemma del Comune perciò rappresenta la torre del paese cinta dalle mura, posta su cinque colli o, secondo altri, sulle antiche cinque porte d'ingresso. Lo stemma risale al 1435 ed è scolpito su un altare della Chiesa Matrice (S. Marco Evangelista).

Uno dei problemi principali dei centri fortificati di alta quota infatti è rappresentato dalla mancanza di spazio. Nel caso di Castel del Monte la popolazione ha cercato di rimediare facendo largo uso dei cosiddetti sporti: si tratta di gallerie che coprono porzioni di percorsi viari e al di sopra dei quali si sviluppano due o più piani abitati.

Gli sporti sono dunque degli archi scavati all'interno della roccia calcarea: essi permettono il collegamento tra i vari nuclei abitativi del borgo.

La Torre - sorta come torre di avvistamento, venne mutata in torre campanaria, continuando a svolgere la primitiva funzione fino alla metà del XIX secolo

Chiesa di S. Marco - sede della parrocchia, è per importanza e grandezza, la prima chiesa del paese.

Chiesa della Madonna del Suffragio - sorge ai piedi del paese, quasi a strapiombo sulla sottostante Valle di Germano. L'interno, a pianta rettangolare ad una sola navata, è dominata da un grandioso altare in legno scolpito e rivestito in oro zecchino.

Chiesa di Santa Caterina - nascosta tra le case del centro storico lungo l'antica via della Taverna. E' quasi impossibile datarne l'origine dato che la Chiesa, forse riadattata su edifici precedenti, sul finire del XVIII secolo venne notevolmente rimaneggiata fio ad assumere l'aspetto attuale.

Chiesa di S. Rocco - di dimensioni assai ridotte, sorge dalla trasformazione di un dei principali bastioni della cinta muraria; infatti al termine della pestilenza che nel 1656 colpì il paese, i sopravvissuti al contagio vollero dedicare una chiesa a S. Rocco, protettore contro la peste.

Teatro comunale - è intitolato a Francesco Giuliani ): memoria vivente del borgo, pastore-poeta e scultore del legno; aveva imparato a leggere e scrivere da solo e leggeva l'Orlando Furioso e la Gerusalemme Liberata durante i lunghi e noiosi periodi di custodia del gregge e della transumanza. Nei suoi diari (pubblicati con il titolo di "Se ascoltar vi piace") ha annotato storia, tradizioni e costumi della comunità di Castel del Monte, tra i quali il "Rito dei sette sporti", da cui ha preso spunto la manifestazione de La notte delle streghe.

Museo Civico ed Etnografico - Sorto in 5 strutture per recuperare e offrire al visitatore la possibilità di conoscere gli usi ed i costumi della gente castellana, l'attività dei pastori, i manufatti ottenuti dalla lavorazione della lana ma anche l'arte sacra e le tradizioni religiose.

Le Streghe: Fino alla prima metà del secolo scorso era viva in paese la credenza nelle streghe: un misto di credenze, superstizione e religiosità tipica del mondo contadino. In particolare si pensava che quando un bambino stava male (viste le scarse conoscenze mediche del tempo) e non si riusciva a guarirlo, la colpa era delle streghe che venivano a "succhiare il sangue al bambino".
La Notte delle Streghe è un evento che nasce a Castel del Monte nel 1996 con lo scopo di riportare alla luce e alla memoria un’antica credenza popolare riguardante le streghe e un rito molto suggestivo per esorcizzarle. Tutta la manifestazione gravita, sospesa tra magia e divertimento, intorno ad uno spettacolo teatrale itinerante che va in scena le notti del 17 e 18 Agosto nel borgo medievale di Castel del Monte.

Castel del Monte viene considerato, tra i Borghi più belli d'Italia, la "capitale dei pastori".
L'economia pastorale sulla quale si fonda la comunità castellana ha origini antichissime: si hanno infatti notizie di greggi transumanti sin dalla dominazione romana.

I tratturi: ricalcano quasi pedissequamente il preesistente reticolato viario romano e poi medioevale. Questi venivano percorsi per permettere alle greggi di spostarsi dai pascoli d'alta quota di Campo Imperatore verso il Tavoliere delle Puglie nei rigidi mesi invernali.
Il Canestrato di Castel del Monte è il pecorino della transumanza, così definibile perché in passato i pastori portavano le loro greggi, nei mesi più freddi dell'anno, verso i più miti pascoli del Tavoliere delle Puglie, per poi ritornare in quelli montani abruzzesi in primavera-estate.


Proseguendo oltre, si oltrepassa il valico Capo la Serra e si entra nell’ altopiano di Campo Imperatore.

Un'immensa pianura a 1500mt s.l.m. dove all’interno dell’altopiano incontrerà dei rifugi ristoro. Il primo che incontrerà è il Ristoro Mucciante e più avanti a circa 4 km in direzione Campo Imperatore – Fonte Cerreto troverà il Rifugio ristoro Racollo, ottimi punti per uno spuntino a base di prodotti tipici locali "carne alla brace, arrosticini, formaggi e salumi".

Dall’altopiano di Campo Imperatore, proseguendo sempre in direzione Campo Imperatore – Funivia - L’Aquila, dopo aver percorso tutto l’altopiano, arriverete ad un bivio dove, svoltando a destra, direzione Campo Imperatore, arriverete dopo altri 8 km, all'albergo superiore di Campo Imperatore a quota 2100 mt s.l.m. (il famoso albergo dove fu prigioniero Mussolini) base di arrivo della funivia. Da qui si può andare a piedi lungo diversi sentieri fino ad arrivare in vetta  “Corno Grande” a quota 2.912 mt dove lungo il percorso incontra: l’Osservatorio Astronomico, il Rifugio Duca Degli Abruzzi e il rifugio Garibaldi.

Riscendendo dall’albergo, al bivio, prenda direzione Assergi – Fonte Cerreto - L’Aquila, fino a giungere al Rifufio ristoro Montecristo dove troverà l’omonimo rifugio ristoro e una terrazza panoramica che si affaccia verso L’Aquila.

Da Montecristo continui a scendere fino a giungere a Fonte Cerreto, base di partenza della funivia del Gran Sasso, dove troverà bar e ristoranti.

Da Fonte Cerreto, scendere direzione Assergi – L’Aquila, attraversando i borghi di Assergi, Camarda, Paganica e Onna.

Arrivati a Onna proseguite lungo la S.S. 17 direzione Pescara per ritornare a Poggio Picenze e quindi in struttura.

Borghi del comprensorio


castelli e ruderi



Borghi e Paesi (elenco completo)

Capolavori della Natura, Capolavori della Cultura
Il Parco, localizzato nel cuore dell'Appennino, a cavallo della catena montuosa del Gran Sasso e quella dei Monti della Laga, si estende sul territorio di tre regioni: l'Abruzzo, il Lazio e le Marche, comprendendo nel suo perimetro territori di cinque province: L'Aquila, Teramo, Pescara, Rieti ed Ascoli Piceno.
Ma sono i 44 Comuni, e le loro innumerevoli frazioni, così incastonati nella natura integra ed incontaminata e con le loro particolarità architettoniche e culturali, che costituiscono le fondamentali tappe di un viaggio indimenticabile.

BROCHURE PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA
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